IL DOPING
L'amico Davide Cassani scrive sul suo sito:
FATE ATTENZIONE A QUESTA ETICHETTA SI TROVA IN TUTTE LE SCATOLE DEI MEDICINALI CHE CONTENGONO UNA O PIU' SOSTANZE INSERITE NELL'ELENCO ANTIDOPING, QUINDI TUTTI DEVONO ESSERE A CONOSCENZA DELL'EVENTUALE ASSUNZIONE DI SOSTANZE CHE FANNO RISULTARE POSITIVI AI CONTROLLI!!! QUANDO PRENDI QUALUNQUE FARMACO CONTROLLA LA SCATOLA SUL RETRO E GUARDA CON ATTENZIONE SE C'E' L'ETICHETTA!!!
NESSUNO PUO' DIRE CHE NON SAPEVA!!! OCCHIO ALLA SCRITTA DOPING SBARRATA!!!
Se una volta parlare di doping in calce all'allenamento ed alle prestazioni sportive era mettere in guardia chi non conosceva le sostanze e le metodiche dopanti, ora è diventato quasi un dovere di cronaca, in quanto non c'è (purtroppo) più un articolo sul ciclismo e sullo sport che non parli anche di inchieste giudiziarie e di sostanze illecite. Io credo (purtroppo) che tutto questo gran vociare intorno all'argomento non sia assolutamente positivo ed inoltre (purtroppo) non voglia dire che finalmente si è giunti al bandolo della matassa e si abbiano tutte le armi in pugno per scoprire i colpevoli. Spesse volte (purtroppo) sia da parte della Federazione che del C.O.N.I. si è parlato di numero di controlli e poco ha importato che questi venissero spesso fatti in strutture fatiscenti, o con metodiche non riconosciute e corrette, cose fondamentali a riguardo. Le sostanze e le metodiche dopanti sono centinaia e si è giunti al punto che un atleta non possa più prendere uno sciroppo per la tosse che prendono i bambini perchè contiene efedrina, oppure che non possa superare una certa quota di caffeina, contenuta anche in diverse bevande consumate tranquillamente dai bambini anche a dosi elevate. Noi italiani (purtroppo) siamo anche maestri nell'esaltare un atleta, ma anche (purtroppo) nel distruggerlo, come è successo con Pantani: tutti a dire che era l'eroe dell'Italia e poi tutti a sparargli addosso. Finchè esistono mille problemi alla base tutti ignorano, o fanno finta di non sapere nulla; basta che venga implicato un professionista e tutti diventano giudici e magistrati, oltre che competenti scienziati. Si, anche perchè (purtroppo) tanti (giornalisti inclusi) ignorano il problema nei suoi aspetti essenziali e pur di vendere i giornali, o pur di sparare dichiarazioni sconcertanti al bar dello sport, cercano la notizia a sensazione, che è sempre quella più drammatica e rea di morte.
1- L'UTOPIA. Ho chiamato "utopia" ciò che tutti gli sportivi veri si augurano, cioè che gli enti preposti (Stato, Federazione, U.C.I, C.O.N.I.) abbiano finalmente in mano una o più metodiche sicure -e sottolineo sicure e strasicure ed affidabili- per riuscire ad individuare chi faccia uso di sostanze, o metodiche dopanti. La famosa frase "tanto sono tutti dopati" rappresenta un modo generico e credo infantile di voler infangare anche chi (bravo) chi non lo è affatto. Se sono davvero tutti dopati, mandiamoli pure tutti a casa, ma dopo essere sicuri di avere controllato con mezzi inequivocabili le varie situazioni. Basta una indagine (giusta) di un certo magistrato su alcuni corridori, chiamati solo e soltanto a testimoniare che questi entrano (purtroppo) di diritto nella lista dei dopati, aiutati dalle chiacchiere (infondate) della gente comune e da certi giornali. Utopia dell'utopia sarebbe quella di punire anche chi sparla a sproposito di persone non colpevoli.
2- LA REALTA'. La realtà dei fatti non è per nulla positiva: federazioni, enti e organismi che non sono in accordo tra loro, errori macroscopici dei laboratori (non sono la causa e la gran parte del doping ma esistono eccome purtroppo) e gran confusione. Ad oggi solo una piccola percentuale di corridori può dirsi SICURAMENTE dopata, se no si ricorre a ricorsi, avvocati, eccetera. Questo non è accettabile assolutamente soprattutto nel terzo millennio.
Il doping rappresenta comunque un salto
nel vuoto: ricordiamocelo sempre!
PARLIAMO DELL'EMATOCRITO
Questo benedetto parametro è diventato famoso per i controlli del C.O.N.I. che ha arbitrariamente stabilito che chi superi il 50% del rapporto tra la parte liquida e solida del sangue debba essere considerato a rischio per la sua salute e quindi non possa gareggiare. Questo perchè la media della popolazione pare abbia un ematòcrito intorno al 43% per gli uomini e più basso per le donne. Chi assume EPO (eritropoietina) va ad influire sull'ematocrito, innalzandolo. Benissimo, ma vale da solo questo parametro? Gli innalzamenti sono dovuti solo all'EPO? Assolutamente no! Basta un soggiorno in altura, cosa che i corridori professionisti fanno d'abitudine e l'ematòcrito si altera, basta fermarsi pochi giorni e questo valore si alza, ma basta anche fare l'esame del sangue con il laccio o senza e non calcolare la taratura dei macchinari per ritrovare valori che si discostino anche di 5-6 punti in percentuale.
Ben venga il controllo sull'ematòcrito, ma che venga fatto in maniera impeccabile, da personale specializzatissimo e con metodiche riconosciute universalmente.
M A I L D O P I N G E S I S T E ?
La realtà è che il doping esiste ed è sempre esistito, fin dai tempi dell'antica Grecia, quando a chi doveva misurarsi in prove e combattimenti venivano date pozioni magiche. Chi si dopa esiste ed è sempre esistito, anche ai tempi di Coppi e Bartali, invocati spesso come i periodi in cui "si andava solo a pane ed acqua". Se questo è vero (e lo è) esisterà sempre anche chi, dopandosi, cercherà di frodare, ma tutto ciò non deve far riporre le armi, anzi! Deve dare maggior forza alla lotta al doping, deve intensificare i controlli anche ai livelli più bassi, deve aiutare chi gareggia correttamente.
Penso che ci siano anche dei professionisti che facciano ricorso al doping, ma credo anche che, più è alto il livello, minore sia la possibilità di volersi e di doversi dopare. Non dimentichiamoci che il doping non fa diventare campione un brocco, ma neppure un discreto corridore: il campione lo è perchè lo è e non perchè abbia bisogno di quel 10% in più che una tal sostanza può dargli. Un esempio? Drogate a più non posso Cipollini e ditemi quanto guadagnerà in montagna su Pantani e viceversa! Tutto questo non toglie che le punizioni per chi altera volontariamente e senza ombra di dubbio la prestazione debbano essere uguali per tutti ed assolutamente esemplari.
3-IL DECALOGO IDEALE.
1-Avere esami sicuri che non lascino mai ombra di dubbio e che vengano riconosciuti da tutte le federazioni nazionali, dal CONI, dall'UCI e dalla WADA. L' UCI deve collaborare con la WADA e le federazioni che non vogliono accetare le normative non vengono affiliate e le loro squadre possono fare solo gare minori.
2-Quando un corridore risulta positivo non avere mai margini di insicurezza e lasciare poco spazio a reclami e ricorsi, tanto devono essere certe le positività riscontrate.
3-Abolire i certificati: oggi troppi corridori risultano essere asmatici ed hanno il certificato per assumere il broncodilatatore relativo; queste cose devono finire: se sei sano corri, se sei malato stai a casa.Avere pene uniformi ed irremovibili: chi ha sbagliato deve pagare, chiunque esso sia.
4-Pur nella logica del divieto di assumere sostanze, consentire ai corridori che lo necessitano di curarsi, soprattutto durante una gara a tappe, sotto il controllo non del medico sociale, ma del medico della corsa e di un ispettore dell'antidoping.
5-Continuare con i controlli a sorpresa ma fare in modo che questi non avvengano mai in orari assurdi, tipo alle sei di mattina o alle undici di sera durante una gara a tappe.
6-Avere pene uniformi ed irremovibili: chi ha sbagliato deve pagare, chiunque esso sia.
7-Dopo il secondo caso di doping il corridore deve essere radiato con una pesante multa che venga messa in un fondo gestito dalle federazioni per combattere il doping.
8-Coinvolgere anche i direttori sportivi, i team manager e le squadre: possibile che non sappiano mai nulla di loro corridori dopati?
9-Smantellare la rete degli spacciatori, dei disonesti, dei falsi preparatori utilizzando gli atleti pentiti come gancio per smascherare chi acquista e rivende i prodotti dopanti.
10-Eliminare la prescrizione dopo otto anni: chi confessa di essersi dopato otto anni ed un giorno fa è come se non lo avesse fatto; ritirare maglie e soprattutto premi in denaro percepiti illegalmente e metterli in un fondo gestito dalle federazioni per combattere il doping.
Questo decalogo eliminerebbe il problema? Assolutamente no, ma il fine deve essere quello di salvaguardare chi corre solo con la propria fatica e colpire chi bara e cerca scorciatoie. credo che l'applicazione di un decalogo del genere sarebbe un ottimo deterrente per combattere il grave problema.
ENTRIAMO NEL SANGUE DI UN ATLETA !!!!
Consentitemi di dare spazio e pubblicità ad un ex-professionista che ha pubblicato i suoi valori ematici da cui si può notare la costanza dei valori stessi negli anni; questa dimostrazione di onestà mi pare molto positiva e magari tutti potessero fare così! www.tabudoping.it
Se vuoi approfondire l'argomento doping e saperne di più anche sull'allenamento, sull'alimentazione, sulla integrazione alimentare e sulla tecnica ciclistica puoi ordinare il libro.
LEGGETE CON GRANDE ATTENZIONE QUESTA PAGINA; IL RESTO DELLO SCRITTO RAPPRESENTA LA STORIA DEL
DOPING, QUI SI TRATTA DELLA GRANDE NOVITA' DEL 2008!!!
POSSIAMO URLARE AL MONDO: DOPING SCONFITTO
I FATTI
I fatti fondamentali avvengono durante il Tour de France 2008: i corridori Duenas, Beltran, Riccò (sono i nomi più importanti) vengono espulsi dalla corsa per uso di C.E.R.A. cioè di EPO di terza generazione (la più moderna). A ciò va aggiunta anche la squalifica di Sella (vincitore di tre tappe al Giro d'Italia 2008) per uso dello stesso medicinale.
CHE COSA SIGNIFICA
Non vorrei che fosse sfuggita la grande novità e non vorrei mai che questi casi venissero inquadrati con i soliti "ne hanno beccato un altro, sono tutti dopati" e cose del genere. Siamo di fronte ad una GRANDE ED IMPORTANTISSIMA NOVITA'
CAPIAMOCI QUALCOSA
-DOPING ED ANTIDOPING- Si è sempre detto -e non a torto- che l'antidoping sia sempre un passo indietro rispetto al doping e questo per mille motivi, non ultimo quello dei costi: non è posibile indagare a tappeto su tutte le sostanze che potrebbero teoricamente essere usate dagli sportivi, ma bisogna cercare di indirizzare l'attenzione su quelle che riscuotono la maggiore attenzione da parte degli stessi. Al Tour 2008 c'è stata una svolta importante: la C.E.R.A. è una sostanza che i ciclisti hanno preso perchè convinti del fatto che non potesse essere rilevata ai controlli, essendo essa nuova e di ultima generazione. Invece non l'hanno fatta franca e sono stati beffati e condannati: una grande vittoria dell'onestà su chi voleva barare!!!
-I CONTROLLI- Al Tour 2008 sono state analizzate urine dei ciclisti, sangue, capelli, peli; una indagine a 360 gradi che non ha lasciato scampo a chi volesse cercare delle scorciatoie. Ci sono stati ciclisti che per i controlli fatti nelle tre settimane di gara hanno dovuto donare mezzo litro di sangue: una cosa davvero ben fatta, organizzata e senza nessuna pietà.
-IL GRUPPO- Io spero di sbagliarmi di grosso, ma se è vero che la mamma degli scemi è sempre incinta, è anche vero che ci sarà sempre chi vuole barare; l'importante è cercarlo, colpirlo e condannarlo. Non va dimenticato che al Tour ci sono 180 corridori e che i casi di positività sono meno di dieci e questo non di certo per i controlli fatti bene o male! Questa volta i controlli hanno funzionato bene e chi è caduto nella rete è colpevole, chi è uscito indenne è pulito. Questo significa che sono meno dl 10% i ciclisti che volevano fare i furbi e che (evviva!!!) hanno fatto la figura degli scemi!!! La stragrande maggioranza del gruppo ha capito, è pulito e corre con onestà. Piccolo particolare: non voglio più sentire la chiacchiera da bar del tipo "non si può fare una stagione di ciclismo senza doparsi"; non è mia abitudine fregiarmi dei titoli (pochi peraltro) che ho, ma da biologo, da ciclista, da preparatore dico che si può, che si deve fare una stagione di ciclismo ai massimi livelli senza ricorrere MAI al doping. Questo E' ASSOLUTAMENTE POSSIBILE!
-LA SVOLTA- Questa grande svolta ha rappresentato e rappresenta una novità assoluta: non dobbiamo perderne i vantaggi. Tutto il ciclismo, tutte le nazioni, tutte le Federazioni devono prendere ad esempio questa svolta e farla propria ed allora ha senso sperare in punizioni esemplari ed univoche, senza differenze tra nazioni e sport. Ha senso pensare allo sport pulito e non solo al ciclismo, ha senso dire "ne hanno beccato un altro" intendendo la perfezione e la cura dei controlli e non il doping di massa. I ciclisti non sono tutti dopati: ci sono casi che in alti sport non ci sono SOLO PERCHE' I CONTROLLI SI FANNO SUL SERIO e non sulla carta, o in modo davvero ridicolo. Sogno uno sport pulito ed allora sogno anche casi di doping al Mondiale di calcio, all'Europeo, nel tennis, nel motociclismo, nell'automobilismo perchè è impensabile che in tali sport -affiliati anche essi al C.O.N.I- i controlli NON CI SIANO AFFATTO, oppure siano fatti e gestiti in modo RIDICOLO!!!
POSSIAMO dire che con il ciclismo abbiamo sofferto tanto, i siamo illusi e ricreduti più volte, ma ora siamo arrivati ad un punto fermo ed importante; mi auguro che continui così ed aspetto con trepidazione CHE INIZINO GLI ALTRI SPORT!!
SIA CHIARO: GLI STUPIDI ED I BARI CHE RICORRERANNO AL DOPING CI SARANNO SEMPRE, MA L'IMPORTANTE E' CONFINARLI NEL LORO GHETTO E PUNIRLI IN MODO ESEMPLARE