IL DOPING

L'amico Davide Cassani scrive sul suo sito:

Ormai siamo per tutti lo sport dei drogati, la feccia di questa società. Sei un ciclista? Sei un dopato. Correre in bicicletta, è sempre stata la mia passione, da quando sono un ragazzino ho dedicato la mia vita alla realizzazione di un sogno, correre il Giro d'Italia. Avevo 15 anni quando il sabato sera me ne tornavo a casa fregandomene degli sberleffi dei miei coetanei che, rincasando alle 9 di sera mi consideravano un mezzo rincoglionito. Avevo 16 anni quando nel branco ero l'unico che si rifiutava di prendere una sigaretta in bocca perchè non era quella che mi faceva diventare grande, avevo 18 anni quando allo sballo del vino facile e abbondante preferivo un bicchiere di spuma al cedro. Avevo 21 anni quando il mio sogno si è avverato e 35 quando mi sono reso conto che era meglio cambiar mestiere. Non è passato giorno che non abbia pensato alla mia professione che poi era anche la mia passione. Andare a letto alle 10 non è mai stato un sacrificio e non mi sentivo ferito neanche quando qualche idiota a bordo strada mi prendeva per il culo solo perchè ero l'ultimo, a mezzora dal primo. Ho gioito come un bambino tutte le volte che ho dedicato gambe e cuore ad un compagno di squadra più forte di me, ho toccato il cielo con un dito quelle poche volte che sono riuscito a vincere una corsa e ho pianto dal dolore non so quante volte quando, insanguinato e ferito, riprendevo la mia bicicletta per andare insieme all' arrivo. Ho trascurato la mia famiglia, assecondato il mio istinto, seguito il mio cuore. Ho macinato 800.000 km, scalato salite impossibili. Ho lottato contro la neve della marmolada, combattuto l'afa sull' Aubisque. Ho cercato sempre di portare la bicicletta all'arrivo e mi sono sempre sentito un eroe anche se per la maggior parte della gente ero un mezzo corridore. Da corridore non mi è mai importato niente del giudizio altrui perchè ero in armonia con me stesso. Come sono in armonia ora nonostante il mio sport sia trattato come il peggiore di tutti. I corridori? Delle merde di uomini che son capaci solo di doparsi. Che poi siano capaci di correre sotto la neve o con 40 gradi nessuno lo dice. Che il 50% di loro guadagni 40.000 lordi cioè 1 euro a km (un prof può arrivare a percorrere 40000 km in un anno) non frega niente a nessuno e che l'unico loro pensiero sia quello di aiutare un proprio compagno di squadra dimostrando una generosità che non è più di questo mondo, una dote che mai viene sottolineata. 
No, siamo un branco di drogati. Punto e basta. Poi viene fuori l'operacion Puerto. 500 sportivi coinvolti, 250 sacche di sangue in frigorifero. Dal 2006 solo il nome di qualche ciclista è saltato fuori. Italiani, tedeschi, colombiani ma soprattutto solo ciclisti. Fuentes dice che è disposto a collegare i codici ai nomi ma nessuno gli chiede nulla. Il file del pc non viene toccato per il diritto alla privacy. Fuente dice che se parla salta lo sport in Spagna e per essere tranquilli qualcuno pensa bene di lasciare le sacche di sangue fuori dal figorifero cosi, essendo danneggiate, non servono più a nulla. Il presidente di una squadra di calcio accusa il suo predecessore dicendo che ha pagato a Fuentes centinaia di migliaia di euro. Notizia che va a finire nelle brevi. Esce il nome di una squadra di calcio italiana ma subito a dire che è il nome di un corridore (ovvio) dell' est. Su un numero imprecisato di sacche c'era scritto "campionato d'Europa" e da quel che so io nel ciclismo non c'è tale manifestazione, nel calcio si. Fuentes dice di aver curato anche tennisti, calciatori, atleti dell'atletica leggera ecc ecc ma i nomi che vengono fuori di chi sono? Solo ciclisti. La wada si è presentata ai mondiali di calcio del 2006 ma sono stati rimandati a casa e nessuno ha mai detto nulla. Facile essere forti con i deboli e deboli con i forti. Cipollini era dopato? Non lo so, lo scopriremo ma vorrei sapere chi erano gli altri sportivi che tenevano sacche di sangue in quel frigorifero e soprattutto perchè io che sono un ciclista sono un dopato e tutti gli altri sono dei santi. Ma davvero pensate che il doping sia un problema solo del ciclismo? Ma se sono tra i pochi che accettano passaporto biologico, esami del sangue, reperibilità obbligatoria, perchè gli altri rifiutano tutto questo?    (Davide Cassani)

Caro Davide, metto per primo il tuo splendido pezzo, pur essendo cronologicamente l'ultimo, perchè è bellissimo e rispecchia quello che tu, quello che noi abbiamo vissuto. Tu sei bravo a scrivere ed hai centrato davvero gli spunti più importanti del problema: si, è vero, abbiamo proprio vissuto una sorta di gioventù "castrata", perchè anche io so bene che al posto di una serata con gli amici a far tardi, o di una uscita domenicale dovevo ritirarmi "in clausura" perchè avrei dovuto gareggiare. Anche io so quanti sogni, quante fatiche, quanta passione ci ho messo, dovendo per forza dare tutto me stesso. L'obiettivo era passare professionista, ma non ce l'ho fatta perchè sono arrivato proprio a quella soglia. So bene quanto non vada avanti la bici nelle giornate in cui non ne hai davvero e so bene che cosa voglia dire essere "al gancio". So che cosa vuol dire "rete" e tempo massimo da curare e so che cosa vuol dire pensare "speriamo che vada via la fuga, almeno si va più regolari". Tu dici di non essere stato un campione ed io ancor meno di te, quindi il mio rapporto fatica/vittorie è ancor più deficitario del tuo. Ti ricordi, caro Davide, quando si arriva agli ultimi chilometri davvero morti e poi scopri che devi fare una deviazione con una salita? E poi inizia a piovere, mentre i primi non hanno neppure preso una goccia d'acqua! Però Davide quelle soddisfazioni che ci siamo presi ci sono rimaste dentro, vero? Io ho vinto 17 corse in tutta la carriera, davvero poca roba, ma ricordo ancora la vittoria della maglia tricolore su pista e la conquista del Record dell'ora: proprio gli amici che mi deridevano perchè andavo a letto presto mi portarono in trionfo! Tu sai che cosa si prova e sai di che tinta siano le fatiche, ma anche le soddisfazioni che si provano su quel trabiccolo detto bicicletta. Con il ciclismo ci abbiamo convissuto, ci lavoriamo, ci abbiamo "impastato la nostra vita" ed ora sembrano volerci togliere tutto: si legge un risultato di una gara e due casi di doping, questa è la proporzione. Io sono sempre stato un ciclista pulito e che ha fatto dello sport una ragione di vita alla De Coubertain, se c'è stato chi ha barato venga buttato fuori! Armstrong, Cipollini? Fuori! Avete però pensato che il gruppo dei ciclisti di una gara è di circa duecento e che i dopati sono la minima parte? Finchè ce ne sarà uno solo pulito noi abbiamo il dovere di preservare il nostro sport; stiamo andando avanti nella direzione giusta, ma c'è tanto da fare, lo sappiamo. Non priviamoci però delle emozioni del nostro splendido sport perchè tale resterà sempre, pur cambiando gli attori per colpa, o per necessità. Ehi Davide, non ti sarai mica dimenticato di quei giorni (ahimè quanto rari, purtroppo) in cui non senti la catena e passi tra due ali di folla che ti incitano? C'è chi vuole rovinare tutto questo e c'è chi vuole preservarlo e continuare a goderselo. Se ad oltre cinquant'anni ci ritroviamo ancora in bicicletta con lo spirito di un bambino, bè, qualcosa di positivo ci sarà pure, no?

FATE ATTENZIONE A QUESTA ETICHETTA  SI TROVA IN TUTTE LE SCATOLE DEI MEDICINALI CHE CONTENGONO UNA O PIU' SOSTANZE INSERITE NELL'ELENCO ANTIDOPING, QUINDI TUTTI DEVONO ESSERE A CONOSCENZA DELL'EVENTUALE ASSUNZIONE DI SOSTANZE CHE FANNO RISULTARE POSITIVI AI CONTROLLI!!! QUANDO PRENDI QUALUNQUE FARMACO CONTROLLA LA SCATOLA SUL RETRO E GUARDA CON ATTENZIONE SE C'E'  L'ETICHETTA!!!

NESSUNO PUO' DIRE CHE NON SAPEVA!!!    OCCHIO ALLA SCRITTA DOPING SBARRATA!!!

Se una volta parlare di doping in calce all'allenamento ed alle prestazioni sportive era mettere in guardia chi non conosceva le sostanze e le metodiche dopanti, ora è diventato quasi un dovere di cronaca, in quanto non c'è (purtroppo) più un articolo sul ciclismo e sullo sport che non parli anche di inchieste giudiziarie e di sostanze illecite. Io credo (purtroppo) che tutto questo gran vociare intorno all'argomento non sia assolutamente positivo ed inoltre (purtroppo) non voglia dire che finalmente si è giunti al bandolo della matassa e si abbiano tutte le armi in pugno per scoprire i colpevoli. Spesse volte (purtroppo) sia da parte della Federazione che del C.O.N.I. si è parlato di numero di controlli e poco ha importato che questi venissero spesso fatti in strutture fatiscenti, o con metodiche non riconosciute e corrette, cose fondamentali a riguardo. Le sostanze e le metodiche dopanti sono centinaia e si è giunti al punto che un atleta non possa più prendere uno sciroppo per la tosse che prendono i bambini perchè contiene efedrina, oppure che non possa superare una certa quota di caffeina, contenuta anche in diverse bevande consumate tranquillamente dai bambini anche a dosi elevate. Noi italiani (purtroppo) siamo anche maestri nell'esaltare un atleta, ma anche (purtroppo) nel distruggerlo, come è successo con Pantani: tutti a dire che era l'eroe dell'Italia e poi tutti a sparargli addosso. Finchè esistono mille problemi alla base tutti ignorano, o fanno finta di non sapere nulla; basta che venga implicato un professionista e tutti diventano giudici e magistrati, oltre che competenti scienziati. Si, anche perchè (purtroppo) tanti (giornalisti inclusi) ignorano il problema nei suoi aspetti essenziali e pur di vendere i giornali, o pur di sparare dichiarazioni sconcertanti al bar dello sport, cercano la notizia a sensazione, che è sempre quella più drammatica e rea di morte.  

1- L'UTOPIA. Ho chiamato "utopia" ciò che tutti gli sportivi veri si augurano, cioè che gli enti preposti (Stato, Federazione, U.C.I, C.O.N.I.) abbiano finalmente in mano una o più metodiche sicure -e sottolineo sicure e strasicure ed affidabili- per riuscire ad individuare chi faccia uso di sostanze, o metodiche dopanti. La famosa frase "tanto sono tutti dopati" rappresenta un modo generico e credo infantile di voler infangare anche chi (bravo) chi non lo è affatto. Se sono davvero tutti dopati, mandiamoli pure tutti a casa, ma dopo essere sicuri di avere controllato con mezzi inequivocabili le varie situazioni. Basta una indagine (giusta) di un certo magistrato su alcuni corridori, chiamati solo e soltanto a testimoniare che questi entrano (purtroppo) di diritto nella lista dei dopati, aiutati dalle chiacchiere (infondate) della gente comune e da certi giornali. Utopia dell'utopia sarebbe quella di punire anche chi sparla a sproposito di persone non colpevoli.

2- LA REALTA'. La realtà dei fatti non è per nulla positiva: federazioni, enti e organismi che non sono in accordo tra loro, errori macroscopici dei laboratori (non sono la causa e la gran parte del doping ma esistono eccome purtroppo) e gran confusione. Ad oggi solo una piccola percentuale di corridori può dirsi SICURAMENTE dopata, se no si ricorre a ricorsi, avvocati, eccetera. Questo non è accettabile assolutamente soprattutto nel terzo millennio.

 

Il doping rappresenta comunque un salto 

nel vuoto: ricordiamocelo sempre!      

 

           PARLIAMO DELL'EMATOCRITO          

Questo benedetto parametro è diventato famoso per i controlli del C.O.N.I. che ha arbitrariamente stabilito che chi superi il 50% del rapporto tra la parte liquida e solida del sangue debba essere considerato a rischio per la sua salute e quindi non possa gareggiare. Questo perchè la media della popolazione pare abbia un ematòcrito intorno al 43% per gli uomini e più basso per le donne. Chi assume EPO (eritropoietina) va ad influire sull'ematocrito, innalzandolo. Benissimo, ma vale da solo questo parametro? Gli innalzamenti sono dovuti solo all'EPO? Assolutamente no! Basta un soggiorno in altura, cosa che i corridori professionisti fanno d'abitudine e l'ematòcrito si altera, basta fermarsi pochi giorni e questo valore si alza, ma basta anche fare l'esame del sangue con il laccio o senza e non calcolare la taratura dei macchinari per ritrovare valori che si discostino anche di 5-6 punti in percentuale.

Ben venga il controllo sull'ematòcrito, ma che venga fatto in maniera impeccabile, da personale specializzatissimo e con metodiche riconosciute universalmente.

   M I L  D O P I N G  E S I S T E ?

La realtà è che il doping esiste ed è sempre esistito, fin dai tempi dell'antica Grecia, quando a chi doveva misurarsi in prove e combattimenti venivano date pozioni magiche. Chi si dopa esiste ed è sempre esistito, anche ai tempi di Coppi e Bartali, invocati spesso come i periodi in cui "si andava solo a pane ed acqua". Se questo è vero (e lo è) esisterà sempre anche chi, dopandosi, cercherà di frodare, ma tutto ciò non deve far riporre le armi, anzi! Deve dare maggior forza alla lotta al doping, deve intensificare i controlli anche ai livelli più bassi, deve aiutare chi gareggia correttamente. 

Penso che ci siano anche dei professionisti che facciano ricorso al doping, ma credo anche che, più è alto il livello, minore sia la possibilità di volersi e di doversi dopare. Non dimentichiamoci che il doping non fa diventare campione un brocco, ma neppure un discreto corridore: il campione lo è perchè lo è e non perchè abbia bisogno di quel 10% in più che una tal sostanza può dargli. Un esempio? Drogate a più non posso Cipollini e ditemi quanto guadagnerà in montagna su Pantani e viceversa! Tutto questo non toglie che le punizioni per chi altera volontariamente e senza ombra di dubbio la prestazione debbano essere uguali per tutti ed assolutamente esemplari.

3-IL DECALOGO IDEALE.

1-Avere esami sicuri che non lascino mai ombra di dubbio e che vengano riconosciuti da tutte le federazioni nazionali, dal CONI, dall'UCI e dalla WADA. L' UCI deve collaborare con la WADA e le federazioni che non vogliono accetare le normative non vengono affiliate e le loro squadre possono fare solo gare minori.

2-Quando un corridore risulta positivo non avere mai margini di insicurezza e lasciare poco spazio a reclami e ricorsi, tanto devono essere certe le positività riscontrate.

3-Abolire i certificati: oggi troppi corridori risultano essere asmatici ed hanno il certificato per assumere il broncodilatatore relativo; queste cose devono finire: se sei sano corri, se sei malato stai a casa.Avere pene uniformi ed irremovibili: chi ha sbagliato deve pagare, chiunque esso sia.

4-Pur nella logica del divieto di assumere sostanze, consentire ai corridori che lo necessitano di curarsi, soprattutto durante una gara a tappe, sotto il controllo non del medico sociale, ma del medico della corsa e di un ispettore dell'antidoping.

5-Continuare con i controlli a sorpresa ma fare in modo che questi non avvengano mai in orari assurdi, tipo alle sei di mattina o alle undici di sera durante una gara a tappe.

6-Avere pene uniformi ed irremovibili: chi ha sbagliato deve pagare, chiunque esso sia.

7-Dopo il secondo caso di doping il corridore deve essere radiato con una pesante multa che venga messa in un fondo gestito dalle federazioni per combattere il doping.

8-Coinvolgere anche i direttori sportivi, i team manager e le squadre: possibile che non sappiano mai nulla di loro corridori dopati?

9-Smantellare la rete degli spacciatori, dei disonesti, dei falsi preparatori utilizzando gli atleti pentiti come gancio per smascherare chi acquista e rivende i prodotti dopanti.

10-Eliminare la prescrizione dopo otto anni: chi confessa di essersi dopato otto anni ed un giorno fa è come se non lo avesse fatto; ritirare maglie e soprattutto premi in denaro percepiti illegalmente e metterli in un fondo gestito dalle federazioni per combattere il doping.

Questo decalogo eliminerebbe il problema? Assolutamente no, ma il fine deve essere quello di salvaguardare chi corre solo con la propria fatica e colpire chi bara e cerca scorciatoie. credo che l'applicazione di un decalogo del genere sarebbe un ottimo deterrente per combattere il grave problema.

 

ENTRIAMO NEL SANGUE DI UN ATLETA !!!!

Consentitemi di dare spazio e pubblicità ad un ex-professionista che ha pubblicato i suoi valori ematici da cui si può notare la costanza dei valori stessi negli anni; questa dimostrazione di onestà mi pare molto positiva e magari tutti potessero fare così!  www.tabudoping.it   

Se vuoi approfondire l'argomento doping e saperne di più anche sull'allenamento, sull'alimentazione, sulla integrazione alimentare e sulla tecnica ciclistica puoi ordinare il libro.

LEGGETE CON GRANDE ATTENZIONE QUESTA PAGINA; IL RESTO DELLO SCRITTO RAPPRESENTA LA STORIA DEL

DOPING, QUI SI TRATTA DELLA GRANDE NOVITA' DEL 2008!!!

      POSSIAMO URLARE AL MONDO: DOPING SCONFITTO     

I FATTI      

I fatti fondamentali avvengono durante il Tour de France 2008: i corridori Duenas, Beltran, Riccò (sono i nomi più importanti) vengono espulsi dalla corsa per uso di C.E.R.A. cioè di EPO di terza generazione (la più moderna). A ciò va aggiunta anche la squalifica di Sella (vincitore di tre tappe al Giro d'Italia 2008) per uso dello stesso medicinale.

CHE COSA SIGNIFICA 

Non vorrei che fosse sfuggita la grande novità e non vorrei mai che questi casi venissero inquadrati con i soliti "ne hanno beccato un altro, sono tutti dopati" e cose del genere. Siamo di fronte ad una GRANDE ED IMPORTANTISSIMA NOVITA'

CAPIAMOCI QUALCOSA 

-DOPING ED ANTIDOPING- Si è sempre detto -e non a torto- che l'antidoping sia sempre un passo indietro rispetto al doping e questo per mille motivi, non ultimo quello dei costi: non è posibile indagare a tappeto su tutte le sostanze che potrebbero teoricamente essere usate dagli sportivi, ma bisogna cercare di indirizzare l'attenzione su quelle che riscuotono la maggiore attenzione da parte degli stessi. Al Tour 2008 c'è stata una svolta importante: la C.E.R.A. è una sostanza che i ciclisti hanno preso perchè convinti del fatto che non potesse essere rilevata ai controlli, essendo essa nuova e di ultima generazione. Invece non l'hanno fatta franca e sono stati beffati e condannati: una grande vittoria dell'onestà su chi voleva barare!!!

-I CONTROLLI- Al Tour 2008 sono state analizzate urine dei ciclisti, sangue, capelli, peli; una indagine a 360 gradi che non ha lasciato scampo a chi volesse cercare delle scorciatoie. Ci sono stati ciclisti che per i controlli fatti nelle tre settimane di gara hanno dovuto donare mezzo litro di sangue: una cosa davvero ben fatta, organizzata e senza nessuna pietà.

-IL GRUPPO- Io spero di sbagliarmi di grosso, ma se è vero che la mamma degli scemi è sempre incinta, è anche vero che ci sarà sempre chi vuole barare; l'importante è cercarlo, colpirlo e condannarlo. Non va dimenticato che al Tour ci sono 180 corridori e che i casi di positività sono meno di dieci e questo non di certo per i controlli fatti bene o male! Questa volta i controlli hanno funzionato bene e chi è caduto nella rete è colpevole, chi è uscito indenne è pulito. Questo significa che sono meno dl 10% i ciclisti che volevano fare i furbi e che (evviva!!!) hanno fatto la figura degli scemi!!! La stragrande maggioranza del gruppo ha capito, è pulito e corre con onestà. Piccolo particolare: non voglio più sentire la chiacchiera da bar del tipo "non si può fare una stagione di ciclismo senza doparsi"; non è mia abitudine fregiarmi dei titoli (pochi peraltro) che ho, ma da biologo, da ciclista, da preparatore dico che si può, che si deve fare una stagione di ciclismo ai massimi livelli senza ricorrere MAI al doping. Questo E' ASSOLUTAMENTE POSSIBILE!

-LA SVOLTA- Questa grande svolta ha rappresentato e rappresenta una novità assoluta: non dobbiamo perderne i vantaggi. Tutto il ciclismo, tutte le nazioni, tutte le Federazioni devono prendere ad esempio questa svolta e farla propria ed allora ha senso sperare in punizioni esemplari ed univoche, senza differenze tra nazioni e sport. Ha senso pensare allo sport pulito e non solo al ciclismo, ha senso dire "ne hanno beccato un altro" intendendo la perfezione e la cura dei controlli e non il doping di massa. I ciclisti non sono tutti dopati: ci sono casi che in alti sport non ci sono SOLO PERCHE' I CONTROLLI SI FANNO SUL SERIO e non sulla carta, o in modo davvero ridicolo. Sogno uno sport pulito ed allora sogno anche casi di doping al Mondiale di calcio, all'Europeo, nel tennis, nel motociclismo, nell'automobilismo perchè è impensabile che in tali sport -affiliati anche essi al C.O.N.I- i controlli NON CI SIANO AFFATTO, oppure siano fatti e gestiti in modo RIDICOLO!!!

POSSIAMO dire che con il ciclismo abbiamo sofferto tanto, i siamo illusi e ricreduti più volte, ma ora siamo arrivati ad un punto fermo ed importante; mi auguro che continui così ed aspetto con trepidazione CHE INIZINO GLI ALTRI SPORT!!

SIA CHIARO: GLI STUPIDI ED I BARI CHE RICORRERANNO AL DOPING CI SARANNO SEMPRE, MA L'IMPORTANTE E' CONFINARLI NEL LORO GHETTO E PUNIRLI IN MODO ESEMPLARE


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